da Il Sole 24 Ore
di Redazione Scuola
Le competenze digitali sono requisito fondamentale per il 70% delle figure professionali ricercate nel 2018, configurandosi come un requisito di base “indispensabile” per l’ingresso nel mondo del lavoro. È quanto emerge dal “Rapporto competenze digitali” del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, discusso a Job&Orienta.
Ma le e-skills non sono solo una competenza importante per le imprese che si occupano di digitale e informatica: rappresentano un requisito spendibile in modo trasversale in tutti i comparti che si preparano a fronteggiare la Digital transformation, riguardando anche le figure più tradizionali. E i professionisti più difficili da trovare sono quelli che uniscono le competenze digitali con la formazione tradizionale: tecnici programmatori, ingegneri chimici, petroliferi e dei materiali, matematici, statistici, installatori, manutentori e riparatori di apparecchiature informatiche.
Tra i laureati under 29 quelli che vedono la maggior richiesta di e-skills sono: laureati in statistica, in ingegneria civile e ambientale, scienze matematiche, fisiche e naturali, agraria; tra i diplomati under 29, invece, quelli che provengono da percorsi di grafica e comunicazione, produzione e manutenzione industriale e artigianale, meccanica, meccatronica ed energia.
Continuano a risultare numerose, naturalmente, le professioni digital emergenti, tra cui data scientist, big data analyst, cyber security expert, business intelligence analyst, e web marketing manager.
E se la veloce evoluzione porta con sé nuovi mestieri e specializzazioni e chiede competenze digitali, spetta al mondo della formazione preparare i giovani e raccogliere queste sfide e insieme opportunità. Allo stesso tempo, questa trasformazione impone inevitabilmente un cambiamento di rotta anche nelle modalità della didattica e dell’orientamento. Una necessità recepita dal Miur che, nel 2016, ha approvato le 35 azioni del Piano nazionale Scuola digitale, illustrato a Job&Orienta presso uno stand dedicato. I punti spaziano dal registro elettronico al profilo digitale per ogni studente e docente, dalla creazione di una research unit per le competenze digitali nel 21° secolo all’apertura di spazi per l’alfabetizzazione digitale all’interno delle biblioteche scolastiche.
È sotto gli occhi di tutti, d’altro canto, che se per le istituzioni e le aziende la corsa al digitale è una sfida da cogliere, per i giovanissimi è anzi tutto una capacità innata. Sabato 30 novembre, a Job&Orienta, ne ha parlato Valentina Aprea, componente della Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei Deputati, autrice del recente libro “La scuola dei Centennials”. «L’ultima generazione ad affacciarsi al mondo della scuola» spiega Aprea «è quella dei centennials. Una generazione nata e cresciuta utilizzando internet, smartphone, tablet. Per molti di loro costruire robot a undici anni, essere imprenditori a sedici, inventare un satellite a diciassette, imparare l’inglese quasi da autodidatti, è diventato semplice. I centennials non hanno conosciuto un mondo predigitalizzato, ed è quindi assurdo chiedere loro di affrontare il percorso scolastico in maniera tradizionale. Quella digitale è la quarta competenza a cui formare i nostri ragazzi, dopo leggere, scrivere e “far di conto”».
Ma le scuole hanno già iniziato a cavalcare il cambiamento, con progetti innovativi in grado di conquistare riconoscimenti a livello anche internazionale. Alcuni tra i migliori, a Job&Orienta, hanno trovato spazio all’isola dell’innovazione: progetti in cui scuola e innovazione si fondono e danno vita a esperienze di didattica digitale, avanguardie educative, potenziamento delle lingue e internazionalizzazione. Tra queste spicca il progetto dei ragazzi del liceo salesiano “Don Bosco” di Verona, campioni del mondo di robotica con Wemit, un innovativo sistema per il lavaggio dei vestiti degli astronauti (cambiati di rado e poi dispersi nello spazio) in assenza di gravità e senza acqua. La soluzione, che è stata ideata, realizzata e brevettata, potrebbe trovare applicazioni anche in ambito industriale e sanitario.
Gli istituti milanesi “Ungaretti” e “De Amicis” partecipano invece al programma “Apple Distinguished school” che incarna la vision di Apple sul ruolo della tecnologia nell’apprendimento. A Job&Orienta hanno portato il primo una dimostrazione sull’uso di giochi didattici nella scuola primaria e il secondo sull’utilizzo del coding per realizzare app per il sistema operativo Ios.
Hanno già abbracciato con slancio la via dell’innovazione anche gli Istituti tecnici superiori (Its), con il programma del Miur “Its 4.0”, avviato in partnership con il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Tra i progetti d’eccellenza: “Sustainfashionable car” (Its per le Nuove tecnologie per il made in Italy di Biella), un corredo di interni per auto realizzati con materiali completamente riciclati; “Safe@Home” (Its per le Nuove tecnologie della vita “A.Volta”, Trieste), un prototipo di casa che, grazie a sensori e a una piattaforma cloud, garantisce la continuità assistenziale delle persone con decadimento cognitivo; “Deep Field” (Its Cuccovillo di Bari), un sistema informatico che acquisisce dati sull’umidità del terreno e gestisce in autonomia la quantità di acqua da fornire al suolo, favorendo il benessere della pianta e il risparmio idrico.